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venerdì 18 settembre 2020

La scafista e la femme fatale



di Sam Stoner


Questa mattina, sorseggiando un delizioso cappuccino sul balcone, ho visto due giovani donne uscire dal palazzo. Una elegante, con tacchi alti, tailleur scuro, gonna stretta appena sopra il ginocchio, capelli come se fosse appena uscita dal parrucchiere, passo sicuro e mento alto.

L’altra, accompagnata da tre marmocchi urlanti, indossava una maglietta probabilmente sottratta al peso delle possenti chiappe di un elefante, un pantalone della tuta verdognolo che faceva a pugni con il color prugna della maglietta e scarpe da ginnastica. I capelli erano tenuti da una molla di plastica.

Subito dopo è uscito un uomo in giacca e cravatta, bel portamento, spalle larghe. Ha dato un bacio alla donna con la molla di plastica che non ha ricambiato il bel gesto e che anzi ha detto a voce alta, con un tono da gestapo, prima che lui salisse in auto: “Ricordati la lista questa sera!”.

Ho pensato che la donna in tailleur e l’uomo con la cravatta forse avrebbero potuto incontrarsi in ufficio. Vedo lei avvicinarsi e complimentarsi con lui per l’eleganza.

Poi, velocemente, ho pensato al rientro in casa di lui accolto dall’affettuoso bentornato della consorte con la molla di plastica:
“Ma ti sembra questa l’ora di rientrare? Hai almeno preso quello che ti ho chiesto?” dice lei sempre senza trucco e smalto, senza tacchi, con abiti che nemmeno una scafista del terzo mondo oserebbe indossare.

Poi penso all’uscita dall’ufficio di lui con la donna in tailleur che gli sussurra all’orecchio: “A domani splendido uomo” travolgendolo con il suo ricercato profumo.

Poi il pensiero va alla promessa di fedeltà sancita sull’altare che non prevedeva in alcun modo che la deliziosa sposa con il velo e la lingerie sexy sotto l’abito bianco si trasformasse in una scafista urlante.

Ed ecco ergersi all’orizzonte le due donne eternamente in lotta: la mamma trasandata priva di ogni attrattiva sessuale persino per un ergastolano in libera uscita e la donna sensuale ed elegante, spesso single, ma a volte anche mamma, che non rinuncia per nulla al mondo alla propria femminilità, a costo di svegliarsi un’ora prima per farsi bella.

In mezzo lui, un uomo, capace di ragionare con un solo neurone (a volte efficientissimo ma sempre uno) e molto testosterone.

Le mamme rivendicano il lavoro svolto, stressante e impegnativo, che impedirebbe loro di prendersi cura del proprio aspetto se non fossero smentite da altre mamme, efficienti, super organizzate, capaci di bloccare qualsiasi marmocchio con una sola occhiata, che restano attraenti, sono eleganti, truccate e fighe.

Questo tuttavia, bisogna dirlo, non le preserva dall’essere cornificate però risparmierebbe al sottoscritto la squallida visione di una scafista al primo mattino che davvero non si abbina alla degustazione del mio ottimo cappuccino.