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domenica 12 dicembre 2010

Stronze doc - Corso accellerato per bastardi in calzamaglia


 


Mi chiedo che maledizione si sia abbattuta sulla mia testa quando Dio, o chi per lui, ha deciso di regalarmi questa eterosessualità perennemente arrapata sempre tesa verso Stronze con tacchi a spillo, scollature e glutei di tutte le misure e forme.
Sì, ho detto Stronze. Non perché tutte le donne lo siano, ci mancherebbe altro, ma perché io propendo proprio verso la categoria delle Stronze Doc. Del resto, sarebbe fin troppo facile per me infilarmi tra le gambe di donne senza cervello che nella sacra vestizione mattutina non prendono in considerazione un accessorio come le mutande (un’alta concentrazione di questo tipo di bestiolina smutandata si trova negli uffici). No, io devo mirare in alto, alle cosce blindate di Miss superfigacelhosoloio, detta anche Stronza. E tale bipede pretendo che sia anche discretamente intelligente.
Ora, si deve considerare che questa tipologia di donna usa collezionare le teste dei suoi amanti come qualsiasi altra donna collezionerebbe scarpe. È acida, senza lubrificazione vaginale, a corto di amiche, perennemente sfottente e indossa lingerie di Divissima.
Arduo per un uomo conquistarla. Ma a lei gli uomini non mancano, almeno quelli che usa come dildo per riempire, oltre che il suo antro vulvare, le sue solitarie serate. Del resto, oltre ad avere fascino, riesce a dialogare con l’organo riproduttivo maschile con la stessa facilità con la quale San Francesco parlava con il lupo. E quindi accalappiare un orgasmo, o meglio, qualcosa che gli si avvicina molto, per lei non è complicato.
Bene, l’avete inquadrata. Lo so, somiglia a quella stronza della vostra capa in ufficio. E, infatti, di solito sono cape.
Chi non ne ha avuta una?
Io. Lo so, è un paradosso. Comunque ho una discreta esperienza in fatto di Stronze e anche se la desidero non mi fido affatto. E c’è da ribadire che non aspiro a essere sottomesso, come molti di voi staranno pensando, così come non voglio la classica botta e via, sarebbe fin troppo semplice. No, io voglio questa Stronza come fidanzata, addomesticata e al palo! Anche se fidanzarsi con una Stronza sarebbe come mettersi insieme a un serpente. Prima o poi morderà. Fidatevi.
E così, non rimane altra scelta che optare saggiamente per la soluzione B: giocarci. Del resto non è quello che lei fa con gli uomini umiliandoli, deridendoli, usandoli? Dite che si tratta di guerra dei sessi, di passatempo,
                                            di massacro cromosomico? Non so. Però posso darvi delle dritte.
 
Fase uno, l’approccio.
L’inizio è divertente. Lei sfodera la sua solita strafottenza tagliente, che però deve incontrare un blocco di platino inscalfibile. Bisogna dimostrare di saper rispondere con intelligenza, gusto, ironia e sense of humor. Considerate che di solito la stronza ha gran fascino, quindi questa prima parte è complicatuccia, ma si può superare.

Fase due, la seduzione
Lei cercherà di prendere il controllo del vostro uccello. Sa che i centri neuronali della maggior parte degli uomini sono nel "pacco" (ve l’ho detto è molto scaltra) e quindi quella zona è la chiave di tutto. E qui c’è la sorpresa: il vostro volatile deve volare libero, lontano dai suoi artigli con smalto Chanel. Voi non avete fretta e soprattutto seguite una strategia.
Dovrete tenere a bada i violenti input del vostro scroto, Se riuscirete in questo vedrete in lei una certa irritazione. Sarà tentata di mandarvi a stendere, ma non può? Sono pochi gli esemplari che riescono ad arrivare fino a qui, e ogni tanto anche a lei serve un diversivo, qualcosa di più eccitante del modello base di uomo.
Lei starà al gioco. Comincerà a divertirsi. Avanzerà, con l’intenzione di prendersi questo uomo così interessante ma sa anche che per farlo dovrà cambiare tattica: di solito adotta l’aria della dolce fanciulla abbandonata e bisognosa di aiuto che solo nelle braccia di un uomo così sicuro può trovare conforto (ricordate che il suo è solo un gioco, è e resterà sempre una Stronza). In questa fase simulerete interesse, fingerete di essere affetti dalla sindrome del principe azzurro che ha necessità di liberare la principessa chiusa nella torre fatata. Arriverete con il vostro bel cavallo bianco (meglio se con lo stemma BMW), la calzamaglia (rigorosamente griffata, ancor meglio se sartoriale) e l’aria strafottente e sicura dell’agente di commercio rampante.
Lo so, un abominio di uomo, ma con le Stronze funziona. Non dico che dovrete comprare una BMW, ma un noleggio ci può stare.
Ora, dovete mostrarvi più interessati a lei che non al suo corpo. È necessario avere la giusta intelligenza per ascoltare (almeno così le farete credere), la sensibilità per comprendere (lei penserà) e la forza per risolvere (solo simulata, ovvio).

Fase 3 – La raccolta
Non sia mai che questo sia un vero un principe azzurro?
È questo che lei penserà. Perché? Vi svelo un segreto: la Stronza Doc ha un cuore, anche se chiuso dentro una cella frigorifera! Certo, è solo un crepitio leggero, di quelli che si intravedono sul parabrezza ma che in pochi minuti rischiano di propagarsi come ragnatele di cristallo. Così, incalzerete, dosando forza e sensibilità con matematica applicazione. Ma c’è una regola da seguire: mai in questo momento farci del sesso. Sarebbe la fine!
Pazientate ancora un po’. Fatele capire che non volete il suo corpo ma i suoi pensieri e il suo cuore. E solo quando lei se ne convincerà, perché anche lei ha un cuore, giungerà l’ora dell’assalto.
L’enorme testa d’ariete (vabbè proprio enorme no, ma almeno consistente sì. Spero per voi) si scaglierà contro le porte della città. Porte più che aperte, a dire il vero.
Lei non sarà più l’amazzone ma la geisha. Asservita, domata, ammansita.
Cotta al punto giusto per essere… conquistata? Non so, qui ognuno deciderà per sé.
Anche se c’è un opzione niente male. Possederla (del resto è giusto che voi ritiriate il vostro meritato premio) e poi deriderla e lasciarla. Ancor meglio se pubblicamente derisa e lasciata.
E senza pietà alcuna.
Perché questa cattiveria? Be’, perché certe donne se lo meritano. Perché dovrebbero capire che gli esseri umani non sono beni di consumo, tanto meno lo sono se stesse. La vita non è una squallida catena consumistica.
Certo, seguire quest’ultima opzione significherà far parte della categoria degli stronzi doc. Decidete voi. L’importante è che alla fine queste Stronze vengano inesorabilmente lasciate nella loro pozzanghera di autocommiserazione e sentimenti in tetrapack. Del resto, è più semplice convertire alla carità cristiana un integralista islamico imbottito di esplosivo che pensare alla "redenzione" della Stronza Doc.

© 2010 by Sam Stoner