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martedì 12 ottobre 2010

DONNA CONSAPEVOLE / Il verbo di Sex and the City



Questa sera stavo vedendo dei vecchi episodi di The sex and the city, serie icona per più di una generazione di donne. Ahimé, devo aggiungere. Sì, perché il modello femminile che si afferma nella serie è tanto vincente in tv quanto devastante nella vita, ossia quello della donna consapevole.
Non vi vengono i brividi solo a leggere queste due parole insieme? A me sì. Chiaro che se le legassi alla donna degli anni ’70 sarebbe tutta un’altra musica. Ma qui stiamo parlando della donna consapevole degli anni novanta e del nuovo secolo. Un’aberrazione! Meglio Godzilla o il mostro di Alien!
Ma cerchiamo di capire qual’è la donna consapevole del ventunesimo secolo. Innanzitutto, è una  donna che ha avuto molte esperienze, quindi una donna che conosce bene la propria sessualità.
Mi sorge una domanda, ma questa donna conosce anche se stessa?
Questa domanda assume importanza nel momento in cui ha una propria interiorità con la quale entrare in contatto, ma se non c’è? O, meglio se c’è ma più semplicemente  decide di ignorarla? Ecco che deve concentrarsi su quello che certamente ha, ossia la propria sessualità. E qui, più che di una donna consapevole sarebbe giusto parlare della  Donna Vagina.
Ma non divaghiamo, vi darò delle indicazioni ulteriori per capire qual è la donna consapevole.
È quella che dice sempre di non aver bisogno di un uomo. E bisogna credergli, perché l’uomo, nella sua universale accezione è un essere umano di sesso maschile, mentre queste donne possono avere rapporti solo con “membri” maschili, dildo di carne, esseri monocellulari alimentati a testosterone. Ma non pensate a spogliarellisti e personal trainer (per quanto gettonatissimi dalle donne consapevoli). No, questi “dildo di carne” sono di solito brillanti manager, affermati professionisti, sportivi di successo. Avete colto la sottigliezza? Sono la versione maschile della donna consapevole.
Sì, perché la donna consapevole:
- ha più 30 anni
- ha successo
- è elegante
- è separata/divorziata
- è bella
- è intelligente (o almeno così sembra che sia)
- è spigliata
- è ironica
- è indipendente
e soprattutto (appare) determinata!

Ma determinata per cosa?
Per accaparrare per l’azienda per la quale lavora un numero di clienti record? O capace di accrescere in modo significativo il fatturato della propria società? Determinata, forse, a scoparsi (sì, è questo il termine che le donne consapevoli usano per indicare l’unione fisica con un uomo) tutti gli uomini che vuole?
Uhmm… ragguardevole. E poi?
Il poi che segue contiene la VITA. Ma loro non lo sanno, non vogliono saperlo. Eppure rappresentano un modello di donna vincente. La donna indipendente che non aspetta il principe azzurro, perché il principe azzurro non esiste, anzi esisteva ma lei lo ha ucciso per poi occultarne il cadavere nel bosco incantato. È una donna con le palle! Insomma, una femminista priva di ideali, foraggiata solo dalla rabbia, verso se stessa e verso gli uomini. Diciamocelo, si tratta di donne più pericolose degli uomini bomba di Hamas. Deflagrano ad intervalli regolari portandosi dietro tutti quelli che si trovano nei pressi della loro vita.
Non ce l’ho con loro, sia chiaro. Già si fanno molto male da sole.
Ma perché ne parlo? Non solo perché me le ha ricordate The sex and the city, ma perché nel corso delle mie esperienze sentimentali ne ho incontrate, e per fortuna ne sono uscito vivo.
Questa riflessione  è dedicata a quegli uomini che hanno subito le schizofrenie sessiste di queste donne e poi a loro, le donne consapevoli. Le prime inconsapevoli vittime di se stesse. Auguri.
           
           Copyright 2010 © by Sam Stoner