I Pedoni. Deità invincibili animate da delirio di onnipotenza.
I pedoni, pur essendo in apparenza esseri umani comuni in realtà sono esseri mitologici capaci di sfidare giganti di acciaio di mille chili con la convinzione di poterli arrestare con i loro straordinari poteri.
Eccoli là, sulla carreggiata, non attraversano velocemente anzi rallentano volutamente guardando con piglio di sfida il mezzo che avanza. Volendo decifrare questo comportamento, che nemmeno Superman o l’incredibile Hulk si permetterebbero, alla fine si riesce a comprendere da dove traggano tanta risolutezza.
Si tratta di alcuni segni di vernice disegnati a cazzo sull’asfalto su indicazione di qualche tecnico del comune che invece di laurearsi si è fatto raccomandare per avere un posto fisso. Una volta entrato è stato insignito del titolo di urbanista. Questo tizio deve decidere dove apporre le strisce bianche e ovviamente non capendo una mazza di urbanistica prende una decisione a caso che si rivela essere la peggiore.
Si pensa che i pedoni, dotati di media intelligenza sappiano dove attraversare una strada, a prescindere dalle strisce pedonali. Anche perché, parliamoci chiaro, un mezzo di acciaio di mille chili che avanza rumorosamente di giorno e con i fari accesi di notte “si vede” e “si sente”!
Eppure così non è. Perché qualcuno ha detto al pedone che la legge attribuisce a lui e solo a lui, essere bipede, la precedenza su qualsiasi veicolo, di qualsiasi dimensione, purché attraversi sulle strisce pedonali.
Questo qualcuno però ha omesso di dire al pedone che l’auto potrebbe non fermarsi, potrebbe prenderlo e spedirlo all’altro mondo. Non essendo a conoscenza di importante informazione il pedone è convinto che quando cammina su quelle strisce una gabbia di energia si alzi dal terreno rendendo quei pochi metri quadrati invalicabili persino a un mezzo corazzato.
In quel momento il pedone è DIO. Può tutto. A volte attraversa senza nemmeno guardare, a volte guarda e si ferma in attesa che il veicolo si schianti contro questa barriera di energia pedonale godendo così dello schianto dell’incauto automobilista.
Peccato che qualcuna di queste deità finisca sdraiata sull’asfalto con in faccia disegnata un’espressione di stupore. “Ma come è possibile? Ero sulle strisce!” sembrano dire i suoi occhi mentre l’automobilista si accende una sigaretta dopo aver constatato che il suo paraurti è rimasto integro.
Caro pedone, è ora che sappia l’esatta funzione di quelle strisce bianche. Quelle strisce bianche servono solo a dare ai tuoi parenti, dopo la tua dipartita, un risarcimento in denaro. Spero di essere stato chiaro.
Se vuoi attraversare una strada devi attendere che non ci siano auto o che qualche buon samaritano fermi il proprio veicolo e comunque devi guardare continuamente a destra e sinistra fino a che non sarai sull’altro marciapiede.
In tutti gli altri casi sarà solo una sfida già persa in partenza, come lanciarsi da un aereo senza paracadute o cercare di affrontare una tigre a mani nude.
Se ti piacciono gli sport estremi nei quali rischiare la vita, ti prego pedone, vai a praticarli altrove, non sulla carreggiata mentre sto passando perché investirti comporterebbe una perdita di tempo irritante e a dirla tutta comporterebbe anche una vista poco gradita.