giovedì 2 novembre 2017
venerdì 25 agosto 2017
Dedizione. L'uomo e la sacra "ghianda"
di Sam Stoner
L’uomo sa bene cosa sia la dedizione. Quello che vedete
ritratto è in realtà un uomo e la ghianda nei suoi occhi è l’organo sessuale
femminile. La dedizione dell’uomo nel conquistare questo ambito trofeo è
totale.
Una dedizione che sa di sacro, di epico. Nulla può fermarlo, non esiste
ostacolo che possa essere insormontabile o non esiste difficoltà impossibile da
superare. È in questo caso che l’uomo sfodera tutto il suo coraggio, il suo
impeto, la sua incoscienza pur di afferrare il tanto sospirato premio.

Ora,
il particolare che utilizzi dispositivi atti ad ostacolare tale feconda produttività
o stratagemmi meccanici-biologici pur di essere certo che dopo nove mesi nessuno
adagerà tra le sue braccia un pargolo
urlante, non ha importanza. Questo è solo un particolare di poco conto perché
nella ricerca dell’agognato caldo e voglioso malloppo lui non si cura di tali
sfumature.
Lui DEVE avere l’umettato anfratto.
Nella sua testolina non c’è spazio per altri pensieri, per
il dopo, per il prima, per considerazioni di natura squisitamente morale o
emotiva.
La sopravvivenza della specie dipende SOLO dall’ottenere il biglietto
di entrata per il regale slargo, tutto il resto ha ben poca importanza.
Acconsentirà a ogni richiesta gli sarà sottoposta per concedergli tale ingresso,
anzi nemmeno ascolterà, dirà di sì a prescindere oppure no se la domanda
prevederà una negazione. In quei momenti non sarà lui a rispondere bensì un
intelletto superiore, quello dell’universo che ha generato la vita sul pianeta per
il quale è assolutamente necessario che la Sacra Ghianda venga svelata, è
determinante che le cosce si schiudano svelando il tesoro bramato sul quale lui
si getterà con entusiasmo ed esultanza. Un tripudio di gioia e passione
animeranno l’uomo che mai più nella vita darà prova di simili emozioni.
giovedì 30 marzo 2017
Ad averla, io la darei via.
Quando vado in libreria e trovo libri di autrici che sono ridicoli mi viene da pensare che l’abbiano data via per arrivare alla pubblicazione. Lo so, è un pensiero sessista suffragato però dalle parole di Sir Arthur Conan Doyle: “Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.” Sarà così? Lo spero per gli editori e i loro pendenti. Quando mi imbatto nell'affermazione di una scrittrice su Facebook:
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